"Cadendo s'impara a camminare"
(Proverbio)
Visualizzazione post con etichetta felicità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta felicità. Mostra tutti i post

domenica 7 febbraio 2010

Vittorio?

"Vittorio: “Dipingevo come un pazzo, per nascondere i dubbi che avevo. E più dubbi avevo più dipingevo come un pazzo. Tagliavo fuori tutto il resto, cercavo di non pensarci. I problemi di Nina e la mia infelicità di fondo, la mancanza di senso nei rapporti che avevo. Il mio lavoro era diventato una specie di anestetico locale, mi permetteva di vivere senza sentire niente nella regione del cuore e dell’anima. Mi permetteva di dimenticare tutte le questioni aperte della mia vita, e in più sembrava che il mondo me ne fosse grato. Erano tutti lì a dirmi quanto erano importanti i miei quadri, come se dipingessi per il bene dell’umanità, invece che per me stesso”…”Sottraevo attenzione alla mia anima e la convogliavo tutta nel lavoro. In certi periodi non me ne restava nemmeno più per fare una telefonata a Nina la sera o passare a trovare un amico. Ogni giorno mettevo in moto tutte le mie forze, e le obbligavo a restare nel campo della tela, no? Poi appena si esauriva l’onda di adrenalina, mi guardavo intorno e c’era il vuoto. La mia vita era trascurata come un prato senz’acqua, come dice il guru. Non c’era niente, al fondo. Non avevo costruito niente, non avevo coltivato niente, non avevo dato niente di me alle persone che mi erano vicine. Ero una specie di fantasma, Uto. Quando me ne rendevo conto mi venivano delle crisi di depressione terribili…”

…Marianne dice: “Era così preso da sé e dal suo lavoro, non riusciva mai a trovare abbastanza tempo per me e per Jeff. O per Nina. Se cercavo di farglielo capire s’infuriava, dava la colpa a me. Diceva che volevo mettere in competizione mio figlio con sua figlia. Che ero gelosa e immatura e fissata. Che ero pazza, anche. Che lui aveva bisogno di essere libero e io cercavo solo di imprigionarlo. Mi faceva disperare, mi sentivo così avvilita e umiliata. Ha sempre avuto quest’energia incredibile solo che la riversava tutta nella pittura….”

Vittorio: “ (Arrivare) a capire che è un lavoro, essere felici. È una costruzione. Devi mettere giù tavola per tavola e chiodo per chiodo, e controllare di continuo che tutto sia a posto e tenere spalato tutt’intorno. Ci vuole un sacco di manutenzione, Uto. Anche solo per stare insieme tra un uomo e una donna. È un lavoro. All’inizio ti sembra proprio il contrario, ti sembra tutto istinto e caso, una specie di dono della fortuna. Invece non è facile per niente. Se non cominci a lavorarci subito, va tutto in pezzi prima ancora che tu te ne accorga. Se non cominci a rovesciarci tutta l’attenzione la cura e il tempo e l’energia e l’immaginazione che hai. Io me ne sono reso conto tardi, ma è così.”"

(tratto da Uto, di A. De Carlo)

venerdì 11 dicembre 2009

E' proibito

E' proibito piangere senza comprendere,
alzarsi un giorno senza sapere cosa fare,
aver paura dei propri ricordi.

E' proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per ciò che credi,
abbandonare tutto per paura,
non trasformare in realtà i tuoi sogni.

E' proibito non dimostrare il tuo amore,
permettere che qualcuno paghi per il tuo malumore.

E' proibito lasciare i tuoi amici,
non tentare di comprendere ciò che si ha vissuto assieme,
chiamarli solo nel momento del bisogno.

E' proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone di cui non ti importa,
essere gentili solo perchè gli altri si ricordino di te,
dimenticarti della gente che ti vuole bene.

E' proibito non fare le cose per te stesso,
non credere in Dio e costruire il tuo destino,
aver paura della vita e di ciò che ti chiede,
non vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo respiro.

E' proibito sentir la mancanza di qualcuno senza allegria,
dimenticare i suoi occhi, il suo sorriso, tutto
solo perchè i vostri cammini si sono lasciati,
dimenticare il passato e pagarlo con il presente.

E' proibito non tentare di comprendere le persone,
pensare che la loro vita valga più della tua,
non sapere che ognuno ha il suo cammino.

E' proibito non creare la tua storia,
smettere di ringraziare Dio per la tua vita,
non comprendere ciò che la vita ti dà,
pure se lo prende.

E' proibito non cercare la tua felicità,
non vivere la tua vita con attitudine positiva,
non comprendere che possiamo essere migliori,
non sentire che senza di te questo mondo non sarebbe uguale.

(P. Neruda)

mercoledì 9 dicembre 2009

Gioia e dolore

"Quanto più il dolore incide in profondità nel vostro essere, tanta più gioia potrete contenere...
Quando siete felici guardate nelle profondità del vostro cuore e scoprirete che ciò che ora vi sta dando gioia è soltanto ciò che prima vi ha dato dispiacere. Quando siete adolorati guardate nuovamente al vostro cuore e vedrete che in verità voi state piangendo per ciò che prima era la vostra delizia. Alcuni di voi dicono: "La gioia è superiore al dolore" e altri dicono: " No il dolore è superiore". Ma io vi dico che essi sono inseparabili...."
(da Il Profeta, di K. Gibran)

martedì 3 febbraio 2009

E crescendo impari

"E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.
Non e' quella che si insegue a vent'anni, quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...
La felicità non e' quella che affannosamente si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,
la felicità non e' quella di grattacieli da scalare, di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.


Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose....
...e impari che il profumo del caffe' al mattino e' un piccolo rituale di felicità, che bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore, che bastano gli aromi di una cucina, la poesia dei pittori della felicità, che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.


E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore, che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,
e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto, che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno, e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.

E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate, di piccole scintille allo stomaco, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,
e impari che basta chiudere gli occhi, accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia, scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze ed essere con chi ami.

E impari che sentire una voce al telefono, ricevere un messaggio inaspettato, sono piccolo attimi felici.
E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore, sogni piccoli ma preziosi.

E impari che tenere in braccio un bimbo e' una deliziosa felicità.
E impari che i regali più grandi sono quelli che parlano delle persone che ami...
E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza di scrivere su un foglio i tuoi pensieri, che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.

E impari che nonostante le tue difese,
nonostante il tuo volere o il tuo destino,
in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.
E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità."
( Anonimo
)

domenica 4 gennaio 2009

"Se vuoi una vita felice, devi dedicarla a un obiettivo,
non a delle persone o a delle cose."

(Albert Einstein)


(Kruger National Park)

mercoledì 3 dicembre 2008

Ode alla vita

(Gauteng, South Africa)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marca,

chi non rischia e cambia colore di vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i”

piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza

per l’incertezza per inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta nella vita

di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge,

chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,

chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi

della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che non conosce.

Essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore

del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento

di una splendida felicità.

(Pablo Neruda)

(Pretoria, South Africa)